Quartieri pericolosi. Un articolo del Messaggero ci spinge a riflettere.
“La violenza contro le donne ha le chiavi di casa” diceva una campagna di sensibilizzazione di alcuni anni fa. E anche le ultime rilevazioni (report D.i.Re.) confermano che nel 90,2% dei casi il maltrattante è partner, ex partner o parente della vittima. Un uomo che la donna conosce e di cui si fida. Violenza prima di tutto psicologica, nel 77,9% dei casi, la più difficile da riconoscere e denunciare per l’invisibilità dei danni che produce.
Invitiamo i lettori ad approfondire il tema anche attraverso l’articolo uscito su “Il Messaggero” il 15 marzo di quest’anno, di cui riportiamo il link a fondo pagina. Invitiamo però anche ad una riflessione che vada oltre la mappatura delle zone pericolose della capitale. Per quanto già detto sopra, pensiamo che accanto ai Punti viola, citati nell’articolo, sia indispensabile investire nella prevenzione con interventi di informazione e sensibilizzazione, a partire dalle persone più giovani, dalle scuole, dai bambini e dalle bambine, uomini e donne di domani. Per aiutarli a crescere più liberi dai pregiudizi di genere, per costruire relazioni basate sul rispetto reciproco.
Il tema è notoriamente assai complicato e presenta sfide di ambiti e portata diversi, ma è necessario affrontarlo con pensiero critico e costruttivo, partendo dall’informazione e procedendo con educazione e sensibilizzazione: degli uomini, delle donne, di tutte le soggettività.
Zdenka Rocco, Responsabile di struttura Comunità Donna “DON ORIONE – CAMILLUCCIA” e
Coordinatrice dei servizi residenziali