Il problema della violenza economica
Cos’è la violenza economica?
Per violenza economica si intende ogni atto volto a privare la vittima della propria indipendenza economica o della partecipazione alla gestione delle finanze personali, domestiche e/o familiari. Non si intende un atto isolato nel tempo, casuale e accidentale, potremmo dire involontario, bensì di un atto o insieme di atti reiterati nel tempo che hanno una precisa finalità: il controllo della vittima. Questo tipo di violenza rappresenta, infatti, un solido e strategico strumento di manipolazione della donna che lo subisce, la quale difficilmente riesce a staccarsi per mancanza di mezzi e/o capacità o per paura di compromettere il futuro e il benessere dei propri figli/e. Generalmente, o meglio nella maggior parte dei casi, questo tipo di violenza colpisce donne che non hanno fonti di guadagno, carte di credito o un conto corrente, o che li hanno avuti ma ne sono state poi private. Una tale pratica comporta che le donne in questione vengano umiliate, svalorizzate e private di ogni controllo sulla propria vita: viene loro sottratta la libertà di agire, decidere, pensare, di disporre di mezzi per acquistare, vendere, affittare, consumare ecc. Tutte cose che altrimenti daremmo per “scontate”.
La violenza vera e propria si concretizza nel momento in cui le donne in questione, non avendo appunto fonti di guadagno proprie, si trovano costrette a chiedere un’apposita autorizzazione per utilizzare i beni della famiglia cui appartengono, del partner/coniuge ecc.; autorizzazione che viene negata nella maggior parte dei casi. Anche qualora venga concessa, le vittime devono riportare al partner, o chi per lui, tutte le spese effettuate in maniera precisa e maniacale e dare estenuanti spiegazioni circa la motivazione che le giustifichi. Queste dinamiche disfunzionali, che ledono la dignità della persona e sono una chiara violazione dei diritti dell’individuo, comportano a livello tanto psicologico quanto fisico un evidente e progressivo peggioramento dello stato di salute.
Lo scopo finale della violenza economica è infatti privare la donna di autonomia finanziaria e personale.
La violenza economica in numeri
La violenza economica è un fenomeno pubblicamente meno discusso e noto rispetto a quello della violenza fisica o psicologica, ma che dal punto di vista delle statistiche risulta essere parimenti diffuso. “Secondo i dati raccolti dal nostro sportello Donne al quadrato, poi inseriti nel Manuale di prevenzione della violenza economica per difendere il diritto all’indipendenza e all’uguaglianza di genere, emerge che nel 2022 il 33% delle segnalazioni ha riguardato un tema finanziario, il 28% una questione economico-familiare, il 18% aspetti legali e frodi e un altro 18% orientamento al lavoro e mobbing. Il restante 3% una richiesta su questioni fiscali e societarie”, come ha affermato Claudia Segre, Presidente di Global Thinking Foundation (fonte: La Stampa, per l’articolo clicca qui).
I diversi tipi di violenza – psicologica, fisica, religiosa, sessuale ecc. – non sono autoescludenti ma si verificano, anzi, anche contemporaneamente. Le cause e le condizioni che favoriscono il sorgere e perpetuarsi di tali abusi sono assai complesse e intimamente connesse. I dati riportati sono, quindi, presumibilmente più alti. Essendo la violenza economica un abuso latente, difficile da inquadrare e denunciare, si teme che i numeri siano perciò fortemente sottostimati, soprattutto perché molte donne non denunciano il partner.
E’ bene notare che la violenza economica non è un fenomeno di classe, colpendo donne appartenenti ad ogni livello di reddito, principalmente nella fascia d’età tra i 40 e 60 anni.
Quale è il nesso tra violenza, lavoro e autonomia?
Le vittime di violenza economica sono nella maggior parte dei casi donne senza lavoro o comunque prive di entrate finanziarie stabili; di conseguenza sono dipendenti dal proprio partner per ogni mezzo di sostentamento, anche il più basilare (cibo, riparo, vestiti ecc.).
L’unico modo per non essere più dipendenti economicamente dal proprio partner, e quindi di non ricadere nel circolo vizioso di abusi, è quello di avere una fonte di sostentamento continuativa e autonoma, la quale è raggiungibile grazie al lavoro. Questo perché una donna con un reddito, e quindi un’autonomia economica, è più propensa ad affrontare le conseguenze di un’eventuale denuncia (il distacco, il trasloco ecc.) e avrà accesso ai mezzi per allontanarsi dal contesto di violenze e privazioni (pagare l’affitto altrove, le tasse, il vestiario ecc.), riuscendo a portare con sé eventuali figli/e per salvarli dal contesto domestico violento. Notiamo infatti che spesso le donne vittime di abusi non denunciano il partner violento perché non hanno altri mezzi economici per sostentarsi e neppure una rete di contatti che possa aiutarle. In molti casi, anche dopo le denuncia, alcune donne tornano con il partner perché non sentono di avere altra scelta.
Con un efficace reinserimento nel mondo del lavoro, grazie anche ad un percorso di supporto psicologico teso al superamento del vissuto traumatico, questa catena di abusi può spezzarsi, rendendo le donne indipendenti di fare le proprie scelte, concettualmente ed economicamente.
In che modo People Take Care incoraggia il reinserimento delle donne nel mondo del lavoro?
PeopleTakeCare è un’Associazione di Promozione Sociale senza scopo di lucro, che ha come finalità quella di aiutare soggettə fragilə e in condizioni di vulnerabilità, promuovendo iniziative di inclusione e accoglienza sociale. Tra questə, rientrano anche le donne vittime di violenza economica, le quali vengono accolte e supportate nel percorso di reinserimento sociale all’interno delle strutture residenziali con servizi socio-assistenziali gestite da PeopleTakeCare: le Comunità Alloggio per donne in difficoltà (Comunità Donna “DON ORIONE – CAMILLUCCIA” e Comunità Donna “DON ORIONE – CASSIA” – ai sensi del DGR 1305/2004 e ss.mm.ii. della Regione Lazio.
L’Associazione, accogliendo le donne nelle 2 Comunità, profonde varie risorse perché queste elaborino il vissuto traumatico degli abusi subìti, ristabilendo per quanto possibile lo stato ideale di salute psicologica e fisica. Ciò è possibile grazie ad un team di professioniste loro dedicato 24h al giorno, 7 giorni su 7 , la cd. “Equipe Multidisciplinare” composta da educatrici, assistenti sociali e psicologhe. Per ciascuna donna è redatto un Piano Educativo Personalizzato (PEP), che consiste in un percorso di ripresa disegnato sulle necessità e capacità di ogni singola donna, che aumenta le possibilità di un inserimento lavorativo e nel tessuto sociale. Eventualmente, il PEP include anche interventi a favore dei figli e delle figlie a carico.
PeopleTakeCare incoraggia il reinserimento delle donne nel mondo del lavoro attraverso l’erogazione di servizi come:
-assistenza legale;
-orientamento al lavoro;
-progettazione e organizzazione di corsi di formazione professionale, favorendo l’acquisizione di competenze, con studio ed esperienze lavorative;
– progettazione di iniziative trasversali focalizzate sull’empowerment femminile, sullo sport, sull’apprendimento di arti e mestieri.
La permanenza delle donne nelle Comunità Alloggio può durare in media dai 12 ai 24 mesi. Durante il periodo di permanenza, le donne (e i figli/e) non sono mai abbandonate a se stesse ma vengono sempre accompagnate dall’Equipe Multidisciplinare in questo importante percorso di riscoperta di sé, di acquisizione delle competenze personali e genitoriali, di rinascita e benessere. Come riportato da La Stampa nell’articolo sopra citato: “Il ruolo degli enti del Terzo Settore è fondamentale per contribuire attivamente al cambiamento, che è anche e soprattutto culturale sulla violenza di genere” (fonte: La Stampa, per l’articolo clicca qui).
Come puoi sostenere le donne accolte da PeopleTakeCare?
Anche tu puoi contribuire allo sviluppo e alla realizzazione dei progetti della nostra Associazione, rivolti ad individui che si trovano in condizioni di vulnerabilità, come le donne in difficoltà e vittime di violenza economica. Lo puoi fare attraverso una donazione al 5×1000 o una donazione libera (cliccando il seguente link), oppure offrendo il tuo tempo e le tue competenze come volontariə per le nostre attività associative, sia dentro che fuori dalle Comunità Alloggio (se sei interessatə clicca qui).